20/04/2024

Possono le teorie quantistiche dimostrare la veridicità della religione?

Possono le teorie quantistiche dimostrare la veridicità della religione?

Possono le teorie quantistiche dimostrare la veridicità della religione?

Da che l’uomo ha fatto la sua comparsa sul pianeta ha sempre dimostrato un’invincibile voglia di dare una spiegazione ai fenomeni che lo circondano. Per farlo ha intrapreso due strade: la religione e la scienza. Entrambe queste due branche del sapere umano si fondano sulla volontà di comprendere ciò che non è ancora possibile spiegare.

Tuttavia, le spiegazioni ottenute da queste due differenti strade non coincidono sempre; anzi, spesso sono molto distanti le une dalle altre. Questa distanza, o dissociazione del sapere, agli occhi di alcuni ha rappresentato una falla della capacità umana di comprendere la realtà; infatti, molti hanno cercato di far collidere queste due branche o di presentarne una come la prova razionale dell’altra.

Le teorie quantistiche tra anima e religione

Negli anni ’90 del secolo scorso, si è fatta strada, tra le diverse teorie quantistiche, una teoria molto particolare, che aveva lo scopo di spiegare razionalmente il funzionamento della coscienza umana, ma soprattutto di sostenere la teoria dell’esistenza dell’anima e del suo meccanismo di resuscitazione.

Per quanto si tratti di una teoria datata, quella dell’anima, ha ottenuto una certa fama negli ultimi giorni, venendo rilanciata da diversi blog e siti Internet, che troppo spesso l’hanno presentata come una tra le teorie quantistiche con più prove.

Vediamo, quindi, più nel dettaglio, la spiegazione di questa teoria che, pur essendo poco realistica, è comunque molto affascinante.

Le proprietà quantistiche dei microtubuli neuronali

La parte centrale della teoria quantistica sull’anima risiede nel funzionamento dei microtubuli, che si trovano all’interno delle cellule che popolano il sistema nervoso, cioè i neuroni. 

Questi minuscoli microtubuli, secondo gli ideatori della teoria, Penrose e Hameroff, avrebbero delle proprietà quantistiche precise, che li renderebbero dei prodotti chimici quantistici perfetti per comporre l’anima. In quest’ottica, la stessa coscienza non sarebbe altro che “una sorta di programma per contenuti quantistici nel cervello” e “il risultato degli effetti della gravità quantistica all’interno dei microtubuli”.

Per quanto riguarda la spiegazione della morte e della resuscitazione dell’anima, la teoria in questione sostiene che questi microtubuli, al momento del decesso, inizino a fuggire dal sistema nervoso del defunto, con destinazione finale il ricongiungimento con l’Universo. Inoltre, in questo momento delicato della morte, i microtubuli, secondo la teoria, non perdono le informazioni nervose, bensì “perdono il loro stato quantico […] ma le informazioni contenute in essi non vengono distrutte, da qui si arriva alla conclusione che l’anima non muore, ma viaggia e si dissipa nell’Universo, verso cui i microtubuli fuggono, divenendo quindi immortale.

Secondo questa ipotesi, dunque, l’anima, oltre che immortale, sarebbe anche la stessa a partire dall’inizio del mondo e sarebbe della stessa sostanza dell’Universo.

I fondamenti scientifici della teoria quantistica

Le teorie quantistiche affascinano facilmente il pubblico, forse a causa della loro complessità e della profondità degli argomenti che trattano; tuttavia, tutto l’interesse che suscitano si trasforma spesso in travisamenti delle stesse che, per essere rese più allettanti ai profani, vengono semplificate eccessivamente, fino ad assumere altri significati.

La teoria di Penrose e Hameroff, in realtà, non dimostra assolutamente l’esistenza della coscienza. È vero che i due fisici hanno condotto diversi studi sulla natura quantistica della coscienza, ma questi studi, agli occhi della comunità scientifica internazionale, sono solo fantasiose chiacchiere indimostrate.

Dal punto di vista sperimentale, invece, l’unico risultato rilevante della teoria è l’osservazione di proprietà quantistiche nella vibrazione dei microtubuli. Inoltre, altro fattore degno di nota è che nemmeno i fautori della teoria hanno mai parlato di anima o resuscitazione di questa: si sono limitati a far riferimento alla sopravvivenza di una serie di informazioni quantistiche al di fuori del corpo.